Morte del Duce e della Petacci: Respinto il ricorso di Guido in Cassazione

Dichiarato inammissibile il ricordo di Guido Mussolini dalla prima sezione penale della Cassazione. I legali del nipote del Duce non escludono nuove istanze magari legate all’emergere di nuovi elementi sulla vicenda. Di seguito l’eco sulla stampa della notizia della decisione della Cassazione.

Roma, 10 apr. (Adnkronos) – Non ci sara’ nessuna inchiesta sulla morte di Benito Mussolini. Lo ha deciso la prima sezione penale della Cassazione dichiarando inammissibile il ricorso presentato da Guido Mussolini, il nipote del Duce, che si era opposto alla decisione del gip di Como dello scorso ottobre di archiviare l’inchiesta sulla morte del nonno. Il Duce venne ucciso il 28 aprile del 1945 con Claretta Petacci a Giulino di Mezzegra nel comasco e la difesa di Guido Mussolini chiedeva di non archiviare l’inchiesta sulla morte del Duce sostenendo che si trattava di un prigioniero di guerra e che la sua morte andava trattata alla stregua di quella di un capo di Stato. La Cassazione non ha condiviso la linea difensiva e si e’ allineata alle richieste del pm Alfredo Montagna che aveva chiesto di archiviare l’inchiesta sulla morte.

(Dav/Pe/Adnkronos)
10-APR-08 18:23

Morte di Mussolini, per la Cassazione l’inchiesta va archiviata

La Cassazione ha chiuso definitivamente – almeno per questa fase – il procedimento e le indagini sull’uccisione di Benito Mussolini, aperti lo scorso anno su iniziativa di Guido, nipote del duce. Ieri sera, la prima sezione penale ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal discendente di Mussolini contro l’archiviazione del caso disposta lo scorso primo ottobre dal gip di Como. Contro la riapertura delle indagini e dell’inchiesta sull’uccisione di Benito Mussolini si era pronunciato nella stessa giornata di ieri anche il procuratore generale della Cassazione, Alfredo Montagna.
Le motivazioni addotte a favore della prosecuzione del procedimento da parte dei legali del nipote del duce, Carlo Morganti e Luciano Randazzo, vertevano sul fatto che la motivazione del gip fosse ‘meramente apparente’ e che l’omicidio di Mussolini non potesse essere dichiarato prescritto ‘perché non si tratta di un omicidio ordinario ma dell’uccisione di un capo di Stato in violazione della legge sui prigionieri di guerra’.
«Posso già dichiarare – ha dichiarato ieri sera l’avvocato di Guido Mussolini, Luciano Randazzo – che comunque non ci fermeremo qui e siamo pronti a presentare una nuova richiesta di riapertura del caso». I legali di Guido Mussolini, in effetti, sostengono da tempo di avere nuove prove sull’esecuzione del duce.
«Esistono le ormai famose carte inglesi custodite nell’archivio storico britannico – sostiene Randazzo – oltre ai filmati presenti in una sede americana della Cia. Si tratta di elementi importanti e già da tempo avevamo chiesto l’acquisizione di queste nuove prove, che però ci è sempre stata negata. Siamo pronti ora a presentare una nuova richiesta di riapertura delle indagini alla luce di queste prove che a nostro avviso non possono essere trascurate».
Riguardo al filmato, secondo le ricostruzione dei legali di Guido Mussolini, negli archivi dei servizi segreti statunitensi vi sarebbe ben più di un semplice documento sulla fine del duce. Nella sede di Langley, in Virginia, sarebbe conservato e tuttora archiviato come top secret un filmato di tre minuti sui fatti di Giulino di Mezzegra. Si tratterebbe di un documento ripreso da un videoamatore e subito fatto sparire.
L’avvocato Randazzo, nell’autunno scorso, parlò anche di un aggancio diretto con alcune fonti americane per recuperare il filmato. Uno scenario che finora non si è tradotto in pratica. Secondo la vulgata ufficiale, Benito Mussolini, insieme con la storica amante Claretta Petacci, venne ucciso da un commando di partigiani comunisti il 28 aprile 1945 a Giulino di Mezzegra davanti al cancello di Villa Belmonte poco dopo le 16 del pomeriggio. Negli anni, però, la versione è stata ripetutamente messa in dubbio.

Corriere di Como online – Venerdì 11-04-2008 15:02

«L’uccisione di Mussolini fu legale»

ROMA – Non ci sarà un processo sull’uccisione di Benito Mussolini, l’uomo che per più di vent’anni tenne l’Italia sotto la dittatura fascista: lo ha deciso la Cassazione che non ha accolto la richiesta di Guido, uno dei nipoti del duce, di riaprire l’inchiesta sugli ultimi momenti di vita del nonno.
Con la decisione della Suprema Corte – Prima sezione penale – è stata scartata l’ipotesi che la morte di Mussolini sia stata commissionata dagli inglesi ai partigiani di Luigi Longo. E che, dunque, si sia trattato dell’omicidio di un Capo di Stato deciso da una nazione straniera e sul quale la prescrizione non è maturata. Anche la Procura di Piazza Cavour, rappresentata da Alfredo Montagna, aveva chiesto che il reclamo del figlio di Vittorio Mussolini fosse dichiarato «inammissibile» e che venisse confermata l’ordinanza di archiviazione del caso disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Como, competente territorialmente, il 1° ottobre del 2007.
Nel Comasco, infatti, furono uccisi il 28 aprile 1945 – dopo essere stati catturati dai partigiani – il duce e la sua amante Claretta Petacci. Ma il tentativo di riapertura delle indagini è stato fatto dal discendente del “capo” del fascismo solo per quanto riguarda la sorte del nonno. A sostenere la necessità di andare avanti con l’inchiesta sono stati gli avvocati Carlo Morganti e Luciano Randazzo.
Nonostante l’udienza si sia svolta a porte chiuse senza la partecipazione diretta dei difensori e del Pg che hanno parlato solo con gli atti scritti – come sempre avviene quando la trattazione riguarda solo aspetti procedurali – l’avvocato Morganti (un garbatissimo e mite ma lucido ottantenne) è venuto stamani in Cassazione indossando la toga, come se dovesse parlare innanzi ai supremi giudici. Già prima della decisione, Morganti ha tenuto a dire che anche in caso di “sconfitta” davanti agli “ermellin” «in un futuro, qualora emergessero prove nuove, potremo sempre tornare a chiedere un supplemento di indagini».
Adesso i supremi giudici hanno trenta giorni di tempo per depositare le motivazioni del verdetto che pone fine al tentativo di riscrivere la storia e di portare sul banco degli imputati i partigiani ancora in vita e coinvolti nella fine di Mussolini. Si dilegua così anche il rischio che rogatorie – della magistratura italiana dirette a Downing Street – creino crisi diplomatiche.

laGazzattadelMezzogiono.it 11/4/2008

3 pensieri riguardo “Morte del Duce e della Petacci: Respinto il ricorso di Guido in Cassazione”

  1. è da ingenui sperare che la magistratura del regime nato dalla cosiddetta resistenza sia interessata a cercare la verità sull’uccisione di Benito Mussolini e sulla SPARIZIONE DEL TESORO DI STATO DELLA RDI. nel passato ci ha provato il generale dei carabinieri Zingales ma venne fermato dal governo democristiano, il processo di Padova sull’oro di Dongo si arenò dopo che cinque giurati si dimisero “per motivi di salute” ed il presidente del tribunale morì “suicida” in ospedale.

  2. Mi ritengo dalla parte dei partigiani ma, questa vicenda così cruenta, che coinvolse una donna senza colpe, meriterebbe una diversa attenzione dalla SUPREMA CORTE.
    Con questa legge è certo che ci meritiamo la Mafia!

  3. E’ un paese mafioso- in ogni suo aspetto e stop- Qui non si tratta di essere partigiani,o fascisti,o grillini,o religiosi, si tratta del modo e dello scempio fatto su 2 corpi gia’ morti ,cosa ne e’ della dignita’ degli uomini che hanno fatto cio’ ? ha piu’ valore come persone ? quale etica ?!? ma vuoi le avete viste bene le orbite obliquamente deformate di mussolini e della donna che le sta accanto ? Non credete che si andati decisamente oltre?!
    …Quali sono quindi coloro che restano dopo Piazzale Loreto, coloro che con siffatti valori ( ehh si !!!ben MIGLIORI di quelli del ventennio fascista) hanno rifondato questo Stato , hanno creato la Repubblica Italiana?? Ecco appunto, i risultati si vedono . Un popolo senza valori .
    Un popolo senza ideali e dignita’ .Un popolo di opportunisti .
    Forse meglio a qualunque costo morire appesi x i piedi ,ma con dei valori, che vivere tutta 1 vita in una condizione di tale meschinita’ , in posizione subalterna a leccare i piedi a destra , e poi a sinistra, e poi ovunque si possa per ricevere dei favori – Ma quale ingenuita’ c’e’ in chi crede davvero che QUI (!!!!!o altrove, chissa’,booh io ho perso del tutto le speranze negli uomini! perche’ CHI PUO’ ,non FA !
    mentre chi FA PUO’ FARE ,spesso senza grandi ideali che lo muovano, sopratutto x “alte ” vie e troppo spesso mosso dal piacere della poltrona? ) , una giustizia QUI ? Impossibile – amaramente vero.

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